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Oristano NewsnotizieoristanoOpinioniAnimaliMorte ai Cormorani, tanto non votano
Stefano Deliperi 7 dicembre 2015
L'opinione di Stefano Deliperi
Morte ai Cormorani, tanto non votano


Nei giorni scorsi si è registrato l’ennesimo attacco frontale delle associazioni Uecoop e Coldiretti contro i Cormorani (Phalacrocorax carbo). Ovviamente chiedono di aprir loro la caccia, visto che, a loro dire “funzionano solo le doppiette”. Ecco: “secondo UeCoop Sardegna, che ha elaborato dati della Provincia di Oristano e del Dipartimento di Biologia animale dell'Università di Cagliari, tra ottobre 2014 e dicembre 2015, i cormorani hanno consumato oltre 537 mila chili di pesce per un valore complessivo di due milioni 686mila euro calcolato nell'ipotesi di un prezzo medio di 5 euro al chilo”. A settembre 2015 affermavano: “solo nell’ultimo anno abbiamo calcolato un mancato reddito di 2 milioni e 600mila euro causato da 15mila cormorani, censiti nel 2014, che consumano 9,3 chili di pesce al giorno a testa … queste devono essere raddoppiate”. Nel giugno 2015 le stesse associazioni di categoria affermavano: “tra ottobre 2014 e aprile 2015 i cormorani … sono stati 12mila” con un danno dichiarato “di circa 8 milioni” di euro. Nel luglio 2015, dopo solo un mese, il danno dichiarato diventava di ”oltre 4milioni e mezzo di euro”. A settembre 2015 i Cormorani sono diventati 15 mila ma il danno dichiarato è sceso a 2 milioni e 600 mila euro. In soli tre mesi. Ora il danno è salito a 2 milioni e 686 mila euro.

Parole e cifre in libertà. Unico filo conduttore, tanto per cambiare, la responsabilità della cattiva gestione della pesca negli Stagni oristanesi, attribuita esclusivamente ai Cormorani, vil razza dannata. Mai un briciolo di autocritica. Inquinamenti, cattiva gestione, opere pubbliche spesso disastrose non contano nulla. Poco importa che le fogne di Nurachi – tanto per citare un caso – continuino a scaricare nello Stagno di Cabras i reflui inquinanti o che prosegua la pesca abusiva sotto gli occhi di tutti ovvero che – secondo la stessa Coldiretti – ben l’80% dei “prodotti del mare e degli stagni” (pesci, crostacei molluschi) consumati ogni anno in Sardegna sia di provenienza extra-regionale, sintomo anche di cattiva organizzazione del settore, la colpa è sempre e solo dei Cormorani. Ma è possibile avere un po’ di chiarezza e decenza nella gestione di beni ambientali pubblici piuttosto che sentire continuamente questi richiami alle crociate contro il capro espiatorio di turno? Proviamo a capirci qualcosa di più. Pur essendo riconosciuta una sensibile presenza nidificante e svernante dei Cormorani, non ci sono ancora censimenti validati, nemmeno stime ufficiali dei pesci predati, solo richieste di abbattimenti degli uccelli neri e rivendicazioni di indennizzi sulla base delle mere richieste delle organizzazioni dei pescatori.

Come noto, negli anni scorsi ci sono state varie campagne di abbattimenti dei Cormorani, ma nessun risultato concreto. Nel 2013 è partito il Progetto CorMan, il censimento europeo dei Cormorani (Phalacrocorax carbo) recentemente avviato presso le Regioni e Province autonome con nota Ministero ambiente – Direzione generale per la protezione della natura e del mare n. 23643 del 28 settembre 2012 in base alla Risoluzione Kindermann del Parlamento europeo. Prima delle risultanze del censimento e della relativa valutazione degli eventuali danni economici provocati dai Cormorani, coordinati in Italia dall’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale – I.S.P.R.A., che – nota dell’1 ottobre 2012 – ha avviato le relative procedure, non saranno autorizzate eventuali misure di contenimento della popolazione di Cormorani di alcun genere. Gli ultimi dati disponibili (2012) affermano: “in 2012, the breeding population of Great Cormorants (Phalacrocorax carbo sinensis) in Italy was estimated at 3,914 occupied nests in a total of 48 colonies”. Quindi 3.914 nidi suddivisi nelle 48 colonie censite in tutta Italia. Circa 750 nidi (24%) rispetto al 2011 (3.170 nidi) e un aumento di circa 1.770 nidi (82%) rispetto al 2006 (2.142 nidi).

Dati ufficiali relativi agli esemplari svernanti attualmente non ve ne sono. Vi sono dati parziali e frammentari. Secondo la ricerca “Censimento della popolazione svernante di Cormorano Phalacrocorax carbo sinensis nella Sardegna meridionale”, effettuata da Carlo Murgia, Alberto Sanna e Alessandro Sanna, pubblicata sulla rivista di ornitologia Alula (XX, pp. 57-63, 2013), “in Sardegna la popolazione svernante è stata valutata attraverso i censimenti invernali IWC in 15.295 (2011) e 18.280 (2012) individui (Regione Autonoma Sardegna, inedito)”. Secondo la ricerca “Contributo alla conoscenza della dieta del Cormorano Phalacrocorax carbo sinensis nelle lagune della Sardegna meridionale”, effettuata da Carlo Murgia, Fabio Cherchi e Alberto Sanna, sempre pubblicata sulla rivista di ornitologia Alula (XXI, 1-2, 2014), “il calcolo del consumo giornaliero (Daily Food Intake) può essere condizionato da numerosi fattori in base alla stagione (riproduttiva/non riproduttiva, invernale/estiva) o all’attività (in cova, in pesca, distanza dalle aree di pesca, disponibilità delle prede, etc)”, mentre la stima generalmente riconosciuta (Feltham, Davies, 1997) si aggira sui 473 grammi di pesce giornalieri. Inoltre, “il Cormorano tende preferibilmente a nutrirsi di esemplari di piccole dimensioni, comunque al disotto dei 100 g”, più facili da catturare e non di “taglia commerciale”.

Attualmente la situazione relativa agli indennizzi è la seguente: “al fine di quantificare l’incidenza dei danni provocati dalla fauna selvatica alle produzioni ittiche (Decreto Legislativo 4 giugno 1997, n. 143), la Regione Sardegna nel 2009 ha emanato la Delibera n. 38/39 in cui si stabilisce il DFI (Daily Food Intake) medio di 425 g sulla base di studi condotti in vari Paesi Europei, facendo inoltre propria la composizione qualitativa individuata dal Ministero delle Risorse Agricole Alimentari e Forestali (AA.VV., 1996): Anguille 5,25%, Ghiozzi 6,02%, Muggini 42,16% e nessun valore commerciale 46,57%”. Quasi la metà della predazione da parte dei Cormorani, allo stato, non avrebbe “valore commerciale”. Quali sarebbero, quindi, i danni effettivi per le zone umide in concessione di pesca? E quali sarebbero, però, i ricavi effettivi da parte delle cooperative di pescatori? Quale l’incidenza dei danni provocati dall’inquinamento e della pesca abusiva? Che vi sia chiarezza su tutti i dati. Non devono certo essere i Cormorani a pagare le conseguenze della scarsa capacità gestionale della pesca nelle zone umide della Sardegna, c’è bisogno di approfondite verifiche e di una seria riforma del settore.

*gruppo d'intervento giuridico onlus
27/3/2024
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