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A.B. 29 dicembre 2014
«Mont´e Prama, Mibact negligente»
«La Regione rivendichi le funzioni sui beni culturali», chiede l´ex governatore dell´Isola Ugo Cappellacci


ORISTANO - «Da adesso inizierà una gestione diretta degli scavi in Sardegna: erano ancora i primi di Ottobre quando l’Ansa rilanciava questo annuncio della sottosegretaria del Ministero dei Beni Culturali». Lo ricorda Ugo Cappellacci, consigliere di Forza Italia ed ex presidente della Regione Autonoma della Sardegna.

«Mentre l’anno volge al termine – prosegue Cappellacci - la presenza del Ministero finora si è manifestata nella sola imposizione di un discutibile silenzio stampa ai veri protagonisti degli scavi, in improvvise conferenze stampa più simili ad un blitz mediatico che alla presentazione di novità concrete, nell’affidamento senza pubblicazione di un bando dei lavori e della valorizzazione del sito ad una cooperativa di Reggio Emilia, ma soprattutto in un’evidente negligenza per quanto riguarda la custodia del sito archeologico. Tale trascuratezza si è prolungata nel tempo, tanto che un gruppo di cittadini ha dato luogo ad una mobilitazione spontanea per salvaguardare l’area durante le feste natalizie. La conferma di questa disattenzione – sottolinea il forzista - giunge dal comunicato stampa di ieri dell’assessore Firino che comunica che da un mese a questa parte la vigilanza è stata affidata al Corpo Forestale, ma, pur con signorilità, ricorda che questo avviene nell'attesa che venga stabilizzato il servizio di vigilanza da parte della Soprintendenza».

«Pur ringraziando il Corpo Forestale per la sua opera – evidenzia l'ex presidente regionale - ci chiediamo se, alla luce anche di quanto emerso durante la mobilitazione spontanea dei giorni scorsi- sia stato previsto un presidio adeguato all’area in questione, che garantisca una salvaguardia costante del sito. Allo stesso tempo invitiamo al Giunta Regionale a chiedere l’immediata convocazione della cabina di regia permanente prevista nel protocollo del 2011, perché non si può restare nella perenne attesa delle decisioni ministeriali. La vicenda dimostra ancora una volta che, se è la Regione a doversi fare carico con risorse proprie delle omissioni del Ministero, che piomba in Sardegna per rivendicare il proprio ruolo ma scompare quando deve assolvere ai propri doveri, allora sarebbe giusto che l’intera gestione dei Beni Culturali diventasse di competenza regionale, ovviamente con il passaggio delle relative risorse. Una nuova configurazione delle funzioni in questa direzione – prosegue Cappellacci - non solo farebbe piazza pulita di inutili sovrapposizioni politiche, ma sarebbe anche un riconoscimento della specificità e dell’autonomia della Sardegna. In più – ha concluso - permetterebbe di avviare immediatamente un sistema di cantieri culturali per dare subito un’occasione di lavoro a giovani sardi che, concluso il loro percorso di studi, potrebbero trovare uno sbocco occupazionale nella terra d’origine».
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