Domani, il Movimento organizza una mobilitazione regionale contro il decreto denominato sarcasticamente Sfascia Italia e «per dire no alle Trivelle Saras di Arborea che Renzi vorrebbe ripescare», dichiarano
ORISTANO – Domenica 9 novembre, il Movimento 5 Stelle si ritrova in piazza. Infatti, ad Oristano è in programma una mobilitazione regionale «contro il decreto Sfascia Italia, per dire no alle Trivelle Saras di Arborea che Renzi vorrebbe ripescare», dichiarano sarcasticamente gli organizzatori. Nell'ambito della giornata di mobilitazione nazionale del M5S “Blocca lo Sblocca Italia, difendi la tua terra!” è in programma un incontro di attivisti 5 Stelle della Sardegna, a Cortè e Baccas, tra Oristano e Santa Giusta, nella sede della Comunità “il Seme”.
Si inizierà alle ore 10.30 con “Come rilanciare il Movimento 5 Stelle in Sardegna”, proseguendo fino alle 13.30, quando è prevista la pausa pranzo. I lavori riprenderanno alle ore 15, con “Idee pratiche per rilanciare il Movimento 5 Stelle in Sardegna; libere comunicazioni sulle attività dei gruppi e dei portavoce del Movimento 5 Stelle della Sardegna”. La chiusura dell'incontro è prevista intorno alle 19. Gli organizzatori parlano di «un attacco all’ambiente senza precedenti e definitivo: è proprio il cosiddetto Decreto “Sblocca Italia” varato dal Governo Renzi il 13 settembre scorso. Un provvedimento che condanna il Belpaese all’arretratezza di un’economia basata sul consumo intensivo di risorse non rinnovabili e concentrata in poche mani. È un vero e proprio assalto finale delle trivelle al mare e in terre che fa vivere milioni di persone con il turismo».
«Dopo il blocco della Regione alla Saras per Arborea – proseguono - ora la società di Moratti potrebbe ripresentare il folle progetto per aggirare l'ostacolo e farlo approvare direttamente dal governo Renzi grazie proprio al decreto SfasciaItalia. Una ciambella di salvataggio alla quale diciamo no per difendere la nostra agricoltura e il nostro allevamento di qualità. Con lo Sblocca Italia o meglio Sfasci Italia, si sostituiscono le vecchie fasi di prospezione, ricerca e coltivazione con una concessione unica che riveste il carattere di interesse strategico della durata di 30 anni, 10 in più rispetto alla normativa precedente. Semplificando le procedure e allungando i tempi per il quale è possibile esercitare l'attività estrattiva sul territorio perfino con proroghe che potrebbero arrivare fino a 50 anni. Inoltre verrà accentrato il potere autorizzativo per gli iter dei progetti dalle Regioni al Ministero dell'Ambiente: le Regioni dovranno inviare al Ministero tutte le istruttorie dei titoli vigenti e dei procedimenti in corso», concludono gli organizzatori dell'incontro.
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