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Red 1 marzo 2019
In 13mila per la Sardegna al Salone dell’Archeologia
Grande successo per lo spazio dedicato all’Isola. Tra i visitatori illustri, anche Philippe Daverio, Vittorio Sgarbi, Alberto Angela ed Andrea Carandini


CAGLIARI – Lo scorso fine settimana, 13mila persone da tutto il mondo, i principali media nazionali ed internazionali, decine di compratori ed agenti, semplici curiosi hanno affollato l’area Sardegna di “tourismA 2019”, il Salone internazionale di Firenze dedicato all’archeologia ed alla promozione del turismo culturale. L’evento, ospitato al Palazzo dei congressi, ha riportato un enorme successo in cui la Sardegna, ospite d’onore della manifestazione con il logo “Sardegna museo a cielo aperto”, ha giocato un ruolo fondamentale. Lo spazio di 120metri quadri dedicato all’Isola ed allestito dall’editore Carlo Delfino (con il patrocinio della Regione autonoma della Sardegna, delle Soprintendenze archeologiche sarde e del Dipartimento di Storia dell’Università di Sassari) è stato collocato in posizione strategica affinché tutti i visitatori lo potessero attraversare. Tra i tanti che hanno firmato la loro presenza, anche i principali relatori delle conferenze in programma: dallo storico dell’arte Philippe Daverio, che nello spazio Sardegna ha tagliato il nastro inaugurale con il presidente del Consiglio regionale toscano Eugenio Giani, al decano degli archeologi Andrea Carandini; dal noto divulgatore Alberto Angela al critico d’arte Vittorio Sgarbi, dal direttore degli Uffizi Eike Schmidt allo scrittore e storico Valerio Massimo Manfredi fino alla “turista per caso” Syusy Blady. Tutti si sono intrattenuti tra gli stand dedicati all’Isola promettendo di tornare presto in Sardegna.

Con tre giorni di convegni, dibattiti ed incontri, tourismA ha confermato di essere un appuntamento di riferimento per il settore. La Sardegna, come ospite d’onore (per la prima volta è stata scelta una regione italiana e non un Paese estero), ha attirato le attenzioni generali grazie alla straordinaria ricchezza del proprio patrimonio culturale ed archeologico. Interessanti appuntamenti hanno avuto per tema la regione, tra cui il convegno “Sardegna museo a cielo aperto. Incontri con l’archeologia dell’Isola”, un viaggio di 10mila anni, dalla preistoria al Medioevo, moderato da Alberto Moravetti dell’Università di Sassari con gli interventi di docenti ed esperti delle Università di Sassari (Marco Milanese, Anna Depalmas, Michele Guirguis) Cagliari (Riccardo Cicilloni) e Firenze (Fabio Martini) e delle Soprintendenze regionali (Angela Antona, Gianfranca Salis); l’imponente auditorium ha invece ospitato le relazioni del docente dell’Università di Sassari Raimondo Zucca sulle straordinarie statue di Mont’e Prama e del direttore del Museo della statuaria preistorica di Laconi Giorgio Murru su torri e templi dell’età nuragica.

La rassegna, giunta alla quinta edizione, è un’iniziativa della rivista “Archeologia viva”, diretta da Piero Pruneti. Un’occasione di grande visibilità che la Carlo Delfino editore ha colto fin dalla prima edizione: «L’archeologia e in generale la cultura possono essere il volano di un turismo moderno e intelligente», ha detto l’editore, auspicando di poter curare in futuro un evento simile anche in Sardegna. Parole riprese, tra gli altri, da Sgarbi: «I sardi hanno un turismo importante, ma prevalentemente balneare, che non sempre va nella giusta direzione. Ha, però, un senso dell’orgoglio, per cui, se i turisti vengono accompagnati nei luoghi della bellezza a loro sconosciuti, se ne innamorano». Sulla stessa linea Daverio: «La Sardegna ha una serie di contenuti straordinari non abbastanza percepiti. Serve un turismo diverso da quello di massa: si potrebbero avere dieci mesi di agiatezza e non solo i due e mezzo estivi, anche sfruttando le particolarità culturali di grandi personaggi sardi come Mario Sironi, Costantino Nivola e Pinuccio Sciola».

Tra il suono delle launeddas di Sergio Lecis, le immagini di Nicola Castangia e Maurizio Cossu e le riproduzioni delle statue di Mont’e Prama e dei bronzetti del laboratorio di archeologia sperimentale dell’oristanese Carmine Piras, i visitatori hanno potuto visitare anche gli stand degli ospiti sardi: Unioncamere Sardegna, l’Unione dei Comuni della Trexenta (Comuni di Gesico, Guamaggiore, Guasila, Ortacesus, Pimentel, Selegas, Senorbì, Siurgus Donigala e Suelli), della Comunità montana Sarcidano Barbagia di Seulo (Comuni di Escolca, Esterzili, Genoni, Gergei, Isili, Laconi, Mandas, Nuragus, Nurallao, Nurri, Orroli, Sadali, Serri, Seui, Seulo e Villanova Tulo), la Città di Alghero–Fondazione Alghero, i Comuni di Bonorva, Borutta e Torralba, i tre aeroporti sardi di Cagliari, Olbia ed Alghero, l’Associazione culturale Archeofoto Sardegna e Teravista di Cagliari.
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