I sindaci di Alghero Mario Bruno, di Cagliari Massimo Zedda e di Nuoro Andrea Soddu compatti contro il cosiddetto Decreto Sicurezza, nel solco tracciato dal primo cittadino palermitano Leoluca Orlando. Si punta ad aprire un tavolo con il Governo
ALGHERO - «Lo abbiamo già scritto al presidente Conte: pronti a sospendere gli effetti nei nostri Comuni se non ci sarà un confronto nel merito con i sindaci, con chi vive i problemi da vicino. Siamo abituati a risponderne. Da tutti i punti di vista. Per tutti i nostri concittadini. Salvini non ci spaventa. A volte bisogna andare controcorrente, per non appoggiare una pericolosa deriva razzista. Faremo ciò che è giusto tenendo conto innanzitutto della nostra coscienza e della nostra umanità, come facciamo ogni giorno».
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Facebook, il sindaco di Alghero Mario Bruno interviene sulla querelle "disobbedienza" lanciata dal suo omologo palermitano Leoluca Orlando, contrario al cosiddetto “Decreto Sicurezza”. Altri primi cittadini, come quelli di Cagliari e di Nuoro, hanno seguito l'esempio del sindaco algherese.
Secondo il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, il decreto andrebbe a rendere le città meno sicure. Il candidato presidente alla Regione per la Coalizione di Centrosinistra attacca il Governo nazionale che «non essendo capace di garantire lavoro e sviluppo, pensa di distrarre l'attenzione con i temi della sicurezza», ed annuncia un'azione congiunta con l'Anci. Per tutti, l'esigenza primaria è aprire un tavolo tra Enti locali e Governo centrale.
«Sto con Leoluca Orlando e gli altri sindaci che hanno aperto la fronda contro il decreto. E' un provvedimento che viola la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, tutte le convenzioni dei richiedenti asilo e la nostra stessa Costituzione». Tra disobbedienza e senso di responsabilità l'intervento di Andrea Soddu, primo cittadino nuorese e coordinatore del Consiglio delle Autonomie locali della Sardegna, che non ci penserebbe due volte a disobbedire in prima persona, ma la cosa investirebbe anche «la responsabilità degli uffici comunali».
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