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P.P. 2 novembre 2018 video
Maria Pia, la Villa che non esiste: chiarezza
Solo a febbraio il primo verdetto in Tribunale. L'assessore alle Finanze e Demanio tenta di fare chiarezza in merito alle polemiche sollevate a mezzo stampa da Marcello Meloni, della Orn.Est e direttore della Villa Maria Pia, amareggiato per quella che reputa una perdita di tempo e denaro a danno degli algheresi. Spunta anche un contributo poco inferiore ai 50mila euro all'anno che il comune verserebbe alla società. Nuovo bando per la gestione all'orizzonte


ALGHERO - Villa Maria Pia, l'ottocentesca ex colonia penale, sembra non avere pace. Dopo essere stata per anni abbandonata alle intemperie, la palazzina era diventata per un certo periodo sede di TeleRivieraCorallo. Ma la struttura era tornata "Villa" solo grazie ad una ristrutturazione curata dalla Orn.Est, che dopo aver vinto il bando pubblico nel 1999, le aveva dato nuova vita. Quattro anni dopo, la società ha trovato l'accordo con la Regione autonoma della Sardegna e con il Comune di Alghero, con l'immobile in concessione decennale dell'Orn.Est, che in cambio se ne accollava i lavori senza utili d’impresa, punto focale del contenzioso. Ma, pochi mesi dalla scadenza del contratto di gestione (maggio 2019), la stessa Orn.Est non ha potuto cambiarne la destinazione d'uso per renderla una struttura ricettiva a tutti gli effetti, non raggiungendo i fini di redditività che sarebbero previsti nel finanziamento pubblico.

Tra i motivi ci sarebbe il mancato accatastamento di Villa Maria Pia. Tanto che la società si è rivolta in Tribunale per richiedere un risarcimento di tutte le spese, da quelle dei lavori a quelle di gestione, da quelle delle manutenzioni a quelle di sorveglianza, non avendo in cambio nessun utile (vertenza che verrà discussa a febbraio). E questo, naturalmente, porterà la società a non presentarsi al nuovo bando. Gli accordi prevedevano un “Orto botanico ed un polo museale con annesso punto di ristoro e foresteria di quindici camere”. Sia l’Orto botanico, sia la sala museale, per via degli articoli 17 e 18 del contratto siglato a fine lavori il 17 maggio 2007, vedevano a carico del Comune di Alghero entro il 31 dicembre dello stesso anno la loro realizzazione. Opere che, stando a quanto dichiarato dall'attuale titolare, non sarebbero state mai create. In cambio, il Comune di Alghero aveva in uso gratuito cinque camere per trenta giorni l’anno, l’uso della Sala congressi, l’immobile sgombero da azioni di usurpazione e totalmente riqualificato e rivalorizzato senza aver speso alcuna cifra dal bilancio comunale. Spunta però un contributo, che lo stesso Comune verserebbe ogni anno, di poco inferiore ai 50mila euro: una sorta di gestione e manutenzione di quanto (a questo punto probabilmente mai) realizzato.

Insomma, la situazione pare decisamente ingarbugliata. Diversi anni di sollecito hanno visto “tramontare” otto dirigenti al Demanio, tre sindaci e due commissari ad acta. Un ostacolo insormontabile, perchè uno scritto dell'Ente locale vincolava l'attività ricettiva e di ristorazione riservata esclusivamente ai visitatori di orto e museo. Di fatto, per risolvere la situazione, Villa Maria Pia dovrebbe essere prima accatastata e poi avere una destinazione d'uso. Questa limitazione che un privato risolverebbe in strettissimo tempo ha dilungato la prassi burocratica, divenendo uno scoglio insormontabile, che ha fatto trascorrere dieci inutili anni di “falsata gestione”, a detta di chi quel bene lo gestisce. «Si è perso solo tempo a discapito degli algheresi, una Ferrari con le ruote sgonfie e senza benzina… L’unica amarezza è che nessuno pagherà di propria tasca, se non gli algheresi stessi», chiosa amaramente il direttore di Villa Maria Pia Marcello Meloni. Di versione diametralmente opposta l'attuale assessore al Demanio del Comune, Gavino Tanchis, che parla di cambio della forma societaria (da no profit ad srl) rendendo, di fatto, viziato il bando di concessione firmato dall'allora Amministrazione di Centrodestra.

Nella foto: il direttore di Villa Maria Pia Marcello Meloni
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