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A.S. 9 ottobre 2018
Durissimo j´accuse al sindaco Masala
Francesco Pedrini, presidente della Società Cooperativa Hermeu, impresa turistica nata ad Alghero negli anni ’80 che qualche anno fa aveva scelto di trasferire a Monteleone Rocca Doria l´impresa per prevenire lo spopolamento, lancia un durissimo j´accuse all´indirizzo del sindaco Antonello Masala: «in questi anni è stato tentato in ogni modo di allontanare dal paese chiunque avvii iniziative imprenditoriali, la gente è stanca». Di seguito il lungo racconto


ALGHERO - Francesco Gaetano Pedrini (nella foto), presidente della Società Cooperativa Hermeu, impresa turistica nata ad Alghero negli anni ’80, operante da più di 30 anni con successo nel settore balneare, che sceglie di trasferire la propria sede legale, diversificando l’attività, nel piccolissimo borgo storico di Monteleone Rocca Doria nel 2014, aderendo ad una idea che vede nelle potenzialità di sviluppo turistico dell’entroterra della Sardegna, una grande risorsa per la popolazione e per il territorio, sono ormai mesi che lotta per difendere il posto di lavoro dei propri dipendenti da quello che lui considera un vero e proprio «ostracismo della Amministrazione Comunale di Monteleone Rocca Doria».

Racconta Pedrini: «Fu proprio il Sindaco di Monteleone Rocca Doria, Antonello Masala, a convincermi ad aderire al bando regionale “Misure in favore dei piccoli comuni”, quando propose alla cooperativa una serie di progetti imprenditoriali da realizzarsi in Monteleone R.D., legati allo sviluppo e valorizzazione delle risorse del territorio particolarmente predisposto verso il turismo attivo grazie alla presenza delle acque del Lago artificiale del Temo, le falesie per gli appassionati scalatori, i sentieri per il trekking, etc. oltre che agli investimenti pubblici per la realizzazione di infrastrutture turistiche: area camper, albergo, ristorante-pizzeria, centro sportivo con piscina, palestra, museo, etc. Insomma, il progetto era talmente allettante che la Società Cooperativa Hermeu accolse la domanda di Masala ad entrare come socio non lavoratore a titolo gratuito, in merito delle iniziative che proponeva, e a trasferire la propria sede legale a Monteleone Rocca Doria aprendo, inizialmente, non senza varie difficoltà che si presentarono fin dai primissimi giorni, il Centro Accoglienza Turistica con Ristoro, che divenne l’unico esercizio pubblico operativo nel borgo dove, fino a quel giorno esistevano solo i “miraggi” delle strutture turistiche millantate dal Sindaco Masala, perché, di fatto, dal giorno del suo primo insediamento all’anno 2014 in cui noi arrivammo a Monteleone Rocca Doria, tutto aveva cominciato a morire ma io ancora non lo sapevo».

E’ un dato di fatto che dopo un primo quinquennio di amministrazione in cui funzionavano tutte le strutture comunali turistiche, quali ristorante-pizzeria, piscina, palestra, campo polifunzionale, centro di documentazione della panificazione tradizionale, e si registrava l’esistenza, in un certo periodo, addirittura di due bar oltre a vari B&B, dopo il secondo insediamento del Sindaco Masala, tutto pian-piano finì per essere chiuso, una struttura dopo l’altra, fino ad arrivare a non avere più nemmeno un bar dove i visitatori e i compaesani potessero ricevere ospitalità e ristoro, anche solo per l’uso dei servizi igienici. «La chiusura del bar “Il nostro bar” a inizio 2013» spiega Pedrini, col senno di poi, «apparve propizia, perché, proprio la mancanza di questo servizio fu cruciale nella proposta che ci fece Masala in quel tempo, infatti, nell’attesa che il comune predisponesse i bandi necessari all’affidamento dell’albergo e del centro sportivo con piscina, ci invitò a fare richiesta di uno spazio per l’apertura del Centro Accoglienza Turistica con ristoro che avrebbe assolto anche alla funzione di bar sia per i turisti che per i locali, indicandoci ed offrendoci la struttura che era stata utilizzata dal comune di Monteleone Rocca Doria come Porta del Parco Grazia Deledda nel 2000, progetto fallito immediatamente dopo il suo avvio e di cui ad oggi non esistono più nemmeno le sedi di Nuoro e Galtellì».

E continua: «Masala esibì un contratto di comodato d’uso stipulato con la Diocesi di Alghero-Bosa quale attestato di disponibilità dei locali ecclesiastici da parte del Comune ma di fatto, dopo essersi occupato personalmente, avendo carta bianca da parte della Soc. Cooperativa Hermeu, della quale era ormai socio, sugli investimenti necessari all’approntamento ed arredamento dei locali, non volle aprire l’attività, da principio sostenendo che la popolazione non era ancora pronta a questo cambiamento, e di certo noi non volevamo imporci in una piccola comunità già provata dagli evidenti svantaggi e difficoltà. Passati alcuni mesi, verso la fine del 2014, ci suggerì di aggirare i cosiddetti malumori e spostare l’attività in una struttura di sua proprietà ma, stranamente, sopraggiunsero difficoltà burocratiche che ostacolavano il buon fine della pratica imputate dal Sindaco alla incapacità dell’allora responsabile del Suap, di fatto però vi era da adempiere ad obblighi di regolarizzazione edilizia ai quali il Sindaco era doppiamente obbligato, come proprietario dell’immobile e come responsabile dell’ufficio tecnico, che scomparvero, ovviamente, con l’esito negativo della DUAAP. Eravamo ormai alle porte della stagione estiva 2015 e per non perdere ulteriori risorse, ci convinse ad aprire un chiosco-bar su suolo pubblico, occupandosi personalmente dell’allestimento anche di questa seconda struttura e amministrandone tutta l’attività stagionale. Giungemmo così alle porte della campagna elettorale 2016, quando arrivò l’inaspettata notizia della sua volontà di ricandidarsi a Sindaco e colsi l’occasione per chiedere ad Antonello Masala di dimettersi da socio della cooperativa perché era inopportuno che egli persistesse nel conservare entrambi questi ruoli ma, soprattutto, essendo stata “inadeguata” la sua condotta quale amministratore delle attività svolte come socio della Soc. Cooperativa Hermeu nel Comune di Monteleone R.D. colsi, finalmente, una possibilità di via d’uscita pacifica nel fatto che lui avrebbe continuato a lavorare come Sindaco e la Cooperativa Hermeu avrebbe continuato a lavorare come impresa turistica senza che si creassero ulteriori potenziali motivi di interferenza, tanto che mi adoperai attivamente per la sua campagna elettorale».

«Questo probabilmente fu, invece, il motivo di contrasto che ci ha portato ad oggi alla situazione in cui ci troviamo. Infatti, nonostante fosse chiaro che il Centro Accoglienza Turistica con ristoro, che aveva da tempo la documentazione in regola per essere avviato e aveva comportato alla società un investimento importante, in attrezzature ed arredi vari, non poteva più essere tenuto chiuso soprattutto considerato che era emerso quale motivo della ritardata apertura, l’evidente timore del Sindaco di indispettire gli abitanti prima della rielezione e che, una volta rieletto, le cause ostative sarebbero state superate; nonostante acconsentì a firmare la concessione biennale dei locali in marzo 2016 e, come promesso, la società attese ad effettuare la prima apertura all’indomani della rielezione, qui iniziarono le vere azioni contro e, allo scadere dei due anni, ossia a marzo 2018, anche la comunicazione di immediata restituzione delle chiavi dell’immobile ecclesiastico».

«Sorpreso e contrariato da questa palese azione contro l’unica impresa che offre posti di lavoro nel settore privato in un comune così piccolo e disagiato, ricevendo elogi da tutti i visitatori e dagli abitanti» perché, ricordiamo, a Monteleone Rocca Doria non c’è niente, tranne il “Centro di Accoglienza Turistica con ristoro”, infatti, negli ultimi due anni sono state chiuse dall’amministrazione, per motivi di sicurezza pubblica, anche gli accessi alle falesie e alla via ferrata «ricordando il contratto di comodato d’uso che il Comune vantava grazie alla Diocesi, (del quale non ci era mai stata fornita una copia seppure richiesta), mi mossi immediatamente per presentare una richiesta di stipula di contratto direttamente tra la mia Società e la proprietà ma, durante le ricerche documentali, ecco la sorpresa, la Diocesi non risulta essere la proprietaria dell’immobile, bensì lo è la Parrocchia che, documenti alla mano, ne è la reale e giuridica proprietaria dal 1989, quando il Vescovo di allora, ne cedette la proprietà tramite atto regolarmente trascritto presso l’Agenzia delle Entrate. Faccio avere i documenti al braccio destro del Vescovo e all’ufficio legale della Diocesi e, contestualmente, prendo contatti con l’Amministratore pro-tempore della Parrocchia di Santo Stefano, rappresentante legale della Parrocchia stessa che scopre solo in quel momento di essere proprietario dell’immobile perché non gli era mai stato comunicato all’atto del passaggio di consegne dal suo predecessore. Il Parroco, accetta immediatamente e sottoscrive un contratto di comodato d’uso gratuito con noi della Società Cooperativa Hermeu, perché ormai da due anni aveva potuto apprezzare l’attività svolta nel Centro Accoglienza Turistica con Ristoro, che aveva anche ospitato negli tessi locali le lezioni di catechismo per i bambini in procinto di ricevere la loro prima comunione quando vi era troppo freddo per svolgerle in sacrestia, chiedendo la cortesia di volerci adoperare per rimediare a quello stato di degrado nel quale il Comune aveva abbandonato il piano superiore dello stesso immobile parrocchiale (catastalmente risultante una unica unità con il piano terra che ci ospita) da 18 anni invaso ed infestato dai piccioni, serio problema igienico che il Comune, nonostante ancora oggi si proclami l’unico soggetto avente diritto sui medesimi locali parrocchiali, non si è mai adoperato per risanare, violando, tra le altre cose, lo stesso accordo che dichiara di avere con la Diocesi».

«Nonostante la presentazione di una nuova DUA corredata di titoli di proprietà e contratto di comodato, sottoscritta dalla proprietà stessa nella persona del Parroco pro-tempore, il sindaco nella sua funzione di responsabile del servizio dell’ufficio tecnico e del Suap, si ostina a volere la chiusura del Centro Accoglienza Turistica, ne blocca sia le Duaap passate e fa dichiarare irricevibile la nuova DUA presentata, costringendo l’azienda a ricorrere al parere del TAR per salvaguardare i tre posti di lavoro in essere. Non soddisfatto, emette una ordinanza di chiusura per ordine pubblico insussistente, che si trova costretto a correggere in inidoneità documentale, ossia avente ragione nella presunzione di validità del contratto di comodato d’uso stipulato tra la Diocesi nella persona del Vescovo Vacca e il Comune, rappresentato alla firma, non dall’allora sindaco Meloni, ma da una addetta all’anagrafe e dal segretario comunale Dott. Marchetiello, solo che, all’epoca della suddetta stipula, la Casa in questione era già proprietà facente capo alla persona giuridica della Prebenda Parrocchia di Santo Stefano Protomartire, amministrata legalmente dal parroco pro-tempore che non viene neppure menzionato nel documento facendone perdere ogni valore legale. Sicuramente nell’avvicendarsi dei parroci e vescovi si era persa memoria di questi passaggi di proprietà e competenza e sappiamo che l’accesso telematico ai documenti di archivio è cosa recente, quindi, immagino che fino al marzo 2018, vi sia stata buona fede in tutte le azioni commesse dai vari attori di questa vicenda, ma oggi i documenti parlano chiaro e non mi fermerò fino a che non avrò fatto valere i diritti della mia azienda, dei miei dipendenti e del Parroco Don Gianni Rossi che ha dovuto procedere con una diffida verso il comune di Monteleone Rocca Doria per difendere i propri diritti di proprietà».

«Ad oggi la situazione è drammatica, il Sindaco non si è fermato di fronte a nessuna evidenza documentale attestante il grave errore che sta commettendo e ha fatto valere la propria ordinanza di chiusura con la forza, nonostante la pronuncia del TAR sulla sospensiva sia prevista per il 10 ottobre prossimo, apponendo i sigilli ai locali parrocchiali e lavorando strenuamente e personalmente all’allestimento di un altro chiosco presso il Parco Avventura in corso di realizzazione, finanziato interamente con investimenti dell’amministrazione comunale, dove, come tutti avrete letto sulla Nuova Sardegna di recente, si accinge a riproporre la manifestazione dedicata alle attività outdoor di cui tanto si vanta. Mi sembra che la storia si ripeta in questo prodigarsi a inventare un modo per chiudere un esercizio pubblico ed averne un altro subito pronto a sostituirlo e mi viene spontaneo chiedermi, chissà quale azienda lo gestirà? Chi ne saranno i soci? Chi verrà assunto come dipendente? Perché in paese si è già scatenato il “toto scommesse” e c’è qualche nome che prevale sugli altri. Ma lascio che le risposte a queste domande le trovi chi di dovere, a me preme solo tutelare i miei dipendenti e le persone che in buona fede sono state coinvolte in questa vicenda».

«In conclusione - sottolinea Pedrini - sembra che il sindaco Masala non abbia mai accettato che la Società Cooperativa Hermeu abbia proseguito la propria attività nel comune di Monteleone Rocca Doria fuori dall'influenza del proprio sindaco, al quale, sospetto per una serie di indizi, che piaccia esercitare un controllo assoluto su tutto e su tutti nel piccolo borgo». Sono molte le frustranti storie di prevaricazioni e nepotismo, raccontate per le strade dalla gente ma anche documentate dalle numerose denunce, spesso fatte in forma anonima per timore delle ripercussioni che, in una piccola comunità come questa, sono più pesanti, sostiene l'imprenditore di Alghero. Oggi la gente è stanca, conclude Pedrini «abbiamo consentito ad Antonello Masala di sedere nuovamente sulla poltrona di Sindaco con tre voti di scarto, abbiamo lottato per la sua rielezione, perché aveva promesso di rimediare alla grave situazione economica e sociale che si era creata nel paese durante il suo precedente incarico ma le cose sono drammaticamente peggiorate sotto gli occhi inermi degli abitanti che coraggiosamente cercano di sopravvivere in questo paese. Altro che promuovere azioni contro lo spopolamento, sembra che l’unico intento del Sindaco Masala in questi anni sia stato tentare in ogni modo di allontanare dal paese chiunque avvii iniziative imprenditoriali, e non, che sfuggano al suo controllo assoluto, la gente è stanca e lo sta dimostrando raccogliendo firme per una petizione volta a chiederne le dimissioni».

ultima modifica ore 15 del 9 ottobre
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