Già 150 i sindaci sardi che chiedono a Massimo Zedda di candidarsi alla guida della Regione Sardegna per le prossime elezioni in programma nel mese di febbraio. Tra loro anche Mario Bruno: ecco le sue parole di qualche giorno fa, quando Zedda ha partecipato proprio ad Alghero al dibattito con Andrea Soddu e Matteo Ricci
ALGHERO - E' una vera e propria onda lunga quella che investe molti primi cittadini della Sardegna, uniti soltanto dal realismo di chi, quotidianamente, dimostra con la fatica della buona amministrazione della cosa pubblica il suo impegno per il bene comune. Così sulla spinta di Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, tra i primi ad abbandonare il Movimento 5 Stelle e, nonostante questa decisione, riuscito a farsi rieleggere alla guida della sua città, anche nell'isola prende corpo quel movimento politico che vede in prima linea proprio i sindaci italiani.
Mentre in Sardegna le coalizioni si muovono più o meno sottotraccia alla ricerca di un candidato, il fondatore del movimento Italia in Comune, che cerca di convogliare gli amministratori locali verso un fronte unico, lancia pubblicamente la candidatura di Massimo Zedda alla presidenza della Regione: «Al Paese - dice Pizzarotti - serve una classe dirigente nuova e rigenerata, idee nuove e progetti nuovi: Italia in Comune parte dai sindaci che hanno ben lavorato. La Sardegna è un laboratorio che può estendersi nelle altre regioni italiane che andranno al voto nel 2019».
Assist colto da molti sindaci sardi che spontaneamente, liberi da ideologie politico-amministrative più o meno consolidate, scrivono una lettera al primo cittadino di Cagliari chiedendogli di mettersi al servizio della Regione. Così ogni giorno che passa i sindaci che decidono di siglare la richiesta di candidatura aumentano, tanto che sarebbero già 150 quelli disposti a metterci la faccia per sostenere un deciso cambio rispetto al passato, quando erano le segreterie nazionali dei partiti a scegliere nei rispettivi
caminetti i candidati da proporre alle elezioni.