«Siamo in prima linea per il riconoscimento dei diritti della Sardegna», dichiara il vicepresidente della Regione autonoma della Sardegna ed assessore della Programmazione, che domani mattina rappresenterà l´Ente nel convegno cagliaritano
CAGLIARI - Il costo dell’insularità non deve ricadere solo sui cittadini sardi. I servizi fondamentali e le infrastrutturazioni materiali ed immateriali necessari a rimuovere i disagi economici e sociali, che sono conseguenza dell’assenza di contiguità territoriale e dell’insularità, devono essere riconosciuti in sede nazionale e soprattutto in sede europea, ed essere oggetto di interventi specifici. Di questo si parlerà domani, lunedì 23 luglio, al convegno Cisl, in programma dalle 9.30, nel Convento di San Giuseppe, a Cagliari. A rappresentare la Regione autonoma della Sardegna sarà l’assessore della Programmazione e vicepresidente Raffaele Paci, chiamato ad illustrare le iniziative portate avanti in questi anni rispetto al tema insularità, le difficoltà nell’ottenere tutti i dovuti riconoscimenti da parte dell’Unione europea ed i prossimi obiettivi di fine legislatura in questa materia.
«La nostra Isola ha potenzialità straordinarie ma, appunto, è un’isola, con tutto quello che significa in termini di limiti infrastrutturali e di trasporti. Di questo è prima di tutto l’Europa che deve prendere atto, perché la nostra Giunta, sin dall’inizio, ha lavorato e continua a farlo, con convinzione e tenacia, per ottenere il riconoscimento dello status di insularità. L’incontro organizzato dalla Cisl è un’occasione importante per fare il punto della situazione a partire dal nostro dossier consegnato quasi tre anni fa al governo, per valutare le strategie migliori, per confrontarsi con esponenti politici di altri schieramenti su temi, come questo, che devono essere assolutamente trasversali», dichiara l'esponente della Giunta Pigliaru. L’insularità sarà dunque al centro del dibattito, inserita però in un contesto più ampio e articolato: si discuterà anche delle difficoltà che oggi vive il processo di integrazione euro-mediterraneo, ma anche della lunga crisi economica e finanziaria dalla quale il Paese e la Sardegna stanno faticosamente uscendo.
«È stata una crisi devastante, perché si è incrociata e ha avuto il suo picco in un momento di forte cambiamento strutturale, con la chiusura dei settori tradizionali (dalle miniere alla metallurgia fino alla grande impresa) e ancora il non consolidamento del nuovo, e quando una regione viene colpita in pieno cambiamento la crisi la sente ancora di più - spiega Paci - Noi abbiamo fatto tutto il possibile, e continueremo a farlo: abbiamo almeno diciotto bandi aperti per le imprese, che hanno mosso 3mila domande e un miliardo e 200milioni di investimenti programmati dalle stesse imprese, appena insediati abbiamo voluto il mutuo infrastrutture da 700milioni, abbiamo tenuto le tasse al minimo per imprese e famiglie. È chiaro però che tutto questo deve potersi muovere in un contesto di pari opportunità con gli altri cittadini italiani, in una cornice certa di diritti consolidati, dunque proprio con il riconoscimento dell’insularità in sede europea», conclude l'assessore regionale.
Nella foto: l'assessore regionale Raffaele Paci
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