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Red 21 aprile 2018
Urbanistica: Erriu ad Alghero
«Pronti al confronto pubblico per arrivare a una sintesi alta», ha dichiarato l´assessore regionale, che ha partecipato al convegno “L’infinito cammino dei Piani urbanistici in attesa di una legge urbanistica innovativa”, organizzato ieri da Legambiente


ALGHERO - «Ben vengano i confronti chiarificatori come questo, perché aiutano a spiegare ciò che vogliamo fare e a ricevere preziosi suggerimenti migliorativi. Dalla prossima settimana, come annunciato da tempo, avvieremo il ciclo di incontri pubblici nei territori, prima di passare alla fase successiva in Consiglio regionale: daremo inizio ufficialmente al dibattito, con una partecipazione la più ampia possibile attraverso tavoli e laboratori di discussione nelle quattro province sarde». Ha esordito così l’assessore regionale dell’Urbanistica Cristiano Erriu al convegno “L’infinito cammino dei Piani urbanistici in attesa di una legge urbanistica innovativa”, organizzato ieri (venerdì) ad Alghero da Legambiente. «Perché i Comuni impiegano tanto tempo ad approvare i Puc e perché è importante che i Puc vengano adeguati? I Piani urbanistici – ha ricordato Erriu – sono gli strumenti di governo del territorio, e senza di essi è tutto incerto, gli investimenti non si fanno. In Sardegna abbiamo 102 Comuni inclusi interamente all’interno del Piano paesaggistico regionale: 21 hanno un Programma di fabbricazione, 13 un Piano regolatore generale, 49 un Piano ante Ppr, 15 hanno adeguato il Puc al Ppr e 4 lo hanno adeguato e stanno recependo alcune prescrizioni. Altri 65 Comuni sono parzialmente inclusi nel Ppr: parliamo, dunque, di 167 Comuni sui 377 totali. Sono i primi 102 gli Enti locali obbligati ad adeguare i Puc al Ppr; mentre i restanti dovranno adeguarsi quando sarà completato il Ppr degli ambiti interni. All’inizio dell’attuale legislatura, soltanto 7 Enti locali avevano adeguato i loro Puc al Ppr. Abbiamo cercato di incentivare l’adozione dei Piani con una robusta iniezione di risorse: ben 35.950.000euro sono stati messi a disposizione dei Comuni dal 2006 ad oggi, ma soltanto 16milioni sono stati utilizzati».

«Abbiamo una selva di leggi, disposizioni e strumenti che impone da tempo un riordino - ha spiegato ancora l’assessore - Con il nuovo impianto della legge urbanistica, vogliamo ricondurre questo macchinoso meccanismo di verifica all’interno di un percorso governato da un unico soggetto (la Regione), che si fa carico di avere come interlocutore l’Amministrazione comunale, in un contesto differente rispetto al passato: ora abbiamo una geografia istituzionale di ambito sovracomunale, di cui le politiche territoriali devono tenere conto. Una corretta pianificazione deve consentire da una parte il controllo sociale e dall’altra i progetti di sviluppo. Tutti parlano delle aree urbane – ha poi detto Erriu – ma pochi pensano all’agro, la parte di territorio dedita all’agricoltura e alla produzione di cibo. Qui si avverte la necessità di pianificare con grande attenzione. Noi riteniamo che in queste zone si debba limitare l’edificabilità, incentivando le colture intensive. Non tutte le coltivazioni giustificano la costruzione di un edificio residenziale. Su questo argomento c’è comunque una riflessione aperta in Consiglio regionale».

«Tra i tanti problemi che il nostro Ddl vuole risolvere – ha ricordato l’esponente della Giunta Pigliaru – c’è quello della necessità di semplificare i percorsi urbanistici, con la definizione di tempi certi dall’avvio dell’iter all’adozione finale del Piano. Se non si rispetteranno i tempi previsti, il Comune sarà commissariato. Dobbiamo imprimere un’accelerazione, naturalmente nel rispetto del Ppr. Ci sono diverse correnti di pensiero in materia urbanistica, ma è giunto il momento di fare una sintesi - ha concluso Erriu - L’immobilismo non conduce da nessuna parte. Le comunità territoriali devono avere la libertà decisionale di pianificazione del territorio, seppure all’interno delle regole scritte nel Piano paesaggistico. La tutela dell’ambiente e del paesaggio è in cima ai nostri pensieri, ma questo deve avvenire senza precludersi le opportunità di sviluppo sostenibile. Dopo gli incontri pubblici dovremo giungere ad una sintesi alta, con una legge che disciplini la materia in modo efficace».

Nella foto: un momento del convegno
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