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Red 8 marzo 2018
Uniss investe sulla didattica carceraria
Importante finanziamento del Miur per il Polo universitario penitenziario. Uniss si conferma anche nel 2018 all’avanguardia per i servizi offerti agli studenti di tutte le tipologie, inclusi quelli con esigenze speciali come gli studenti in regime di detenzione


SASSARI - L’Università degli studi di Sassari si conferma anche nel 2018 all’avanguardia per i servizi offerti agli studenti di tutte le tipologie, inclusi quelli con esigenze speciali come gli studenti in regime di detenzione. Nel maggio 2017, l’ateneo sassarese ha approvato un regolamento per l’istituzione ed il funzionamento del Polo universitario penitenziario, ha visto premiati i suoi sforzi con l’erogazione da parte del Ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca, di un finanziamento speciale di 220mila euro. Il finanziamento, nell’ambito del Fondo di finanziamento ordinario delle università 2017 è destinato all’implementazione delle attività del Polo universitario penitenziario. L'Ateneo di Sassari è stata l'unica realtà italiana ad aver beneficiato di un fondo premiale del Miur per la didattica carceraria. Il Polo universitario penitenziario dell'Università di Sassari può essere definito come una infrastruttura immateriale del territorio, che genera dei servizi speciali per studenti in regime di detenzione derivanti dall'interazione tra istituzioni, in particolare l'Amministrazione penitenziaria nelle sue varie diramazioni, Università ed Ersu Sassari. Il Pup Uniss è uno dei diciassette poli italiani che coinvolgono venti atenei. Poco meno della metà della popolazione carceraria italiana risiede in istituti penitenziari inseriti in un Polo universitario penitenziario. Complessivamente, la rete dei Pup nazionali vede iscritti alle università oltre 450 studenti nel 2017. «Tra le realtà nazionali, quella di Sassari è l'unica insulare e l'unica in cui una università eroga servizi didattici a studenti detenuti in quattro diversi istituti penitenziari: Alghero, Sassari-Bancali, Tempio-Nuchis, Nuoro – dichiara il delegato rettorale al Polo universitario penitenziario Emmanuele Farris, docente del Dipartimento di Chimica e Farmacia - Sassari è la quarta realtà italiana sia per numero di iscritti (trentotto nel 2017, trentacinque nel 2018), sia per incidenza sulla popolazione carceraria locale: 4percento contro una media nazionale dell'1,9percento».

Gli studenti in regime di detenzione iscritti all’Università di Sassari studiano in quattordici corsi di laurea differenti, ripartiti nei Dipartimenti di Agraria, Giurisprudenza, Scienze economiche e aziendali, Storia, scienze dell'uomo e della formazione, Scienze umanistiche e sociali. Alcuni di loro vantano un profitto talmente elevato, da risultare vincitori di borse di studio erogate dall'Ersu Sassari. La didattica universitaria carceraria viene erogata con modalità diverse ad una platea di studenti che vanno da quelli in regime di detenzione comune, a quelli in alta sicurezza, fino ad alcuni detenuti in regime 41bis. L’accesso ai materiali di studio viene sempre migliorato grazie alle sinergie con il Sistema bibliotecario di Ateneo e l’Ersu Sassari, che dal 2017 ha raddoppiato l’importo del contributo concesso all’Università per l’acquisto dei testi necessari agli studenti detenuti e che (dopo un recente accordo con il direttore generale Antonello Arghittu) supporterà dal prossimo anno accademico il lavoro del Polo universitario penitenziario nel processo di dematerializzazione e digitalizzazione dei percorsi di studio, per renderli fruibili ad una platea più ampia. Inoltre, nell’anno accademico in corso, per la prima volta un intero corso è stato registrato e reso fruibile su cd, grazie all’impegno della docente di Diritto del Lavoro Vittoria Passino ed al supporto dell’ufficio web dell’ateneo; il corso sarà presentato a studenti ed educatori della casa di reclusione di Tempio-Nuchis nelle prossime settimane. Da maggio 2017, il Pup Uniss si è dotato di un nuovo regolamento molto inclusivo, all’avanguardia in campo nazionale, in cui le tutele previste sono riconosciute non solo ai carcerati, ma anche a tutte le persone con qualunque limitazione alla libertà personale (arresti domiciliari e libertà vigilata) e per tutta la durata del corso di studi, anche qualora fosse conclusa la pena. Dall’estate 2017, è on-line una pagina web dedicata, che viene aggiornata continuamente.

Nel maggio 2017, l’Università ha organizzato, assieme al Comune di Sassari ed al Consiglio dell’Ordine forense di Sassari, in collaborazione con il Tribunale di sorveglianza di Sassari e con la Camera di commercio di Sassari, un convegno dal titolo “Prigione e territorio”, pensato per ricucire la distanza tra realtà carceraria e società, rivolto alle istituzioni, alle imprese ed al terzo settore. Questo convegno ha suscitato l'attenzione dei media non solo locali e regionali, ma anche nazionali. Per meglio radicare la presenza nelle quattro carceri in cui il Pup Uniss opera, dal 2017-18 è la prima realtà italiana ad avere istituzionalizzato attività di terza missione in carcere, con un ciclo seminariale annuale tematico, concepito con i detenuti e la direzione carceraria, avviato in via sperimentale nel carcere di Alghero sul tema della “Ruralità: criticità e opportunità”. «Il finanziamento erogato dal Miur, oltre a dimostrare l’attenzione che l’attività universitaria carceraria realizzata a Sassari sta suscitando a livello nazionale, consentirà di consolidare i servizi offerti agli studenti detenuti dell’ateneo, in primo luogo il servizio di tutoraggio in presenza e a distanza e i servizi informatici, sia per l’accesso ai materiali di studio sia per la gestione della propria carriera universitaria – dichiara il rettore Massimo Carpinelli - Si tratta di un tassello importantissimo per strutturare sempre meglio una università non solo competitiva sul versante della ricerca scientifica e del trasferimento tecnologico, ma che sia sempre più radicata nel contesto economico-sociale e territoriale in cui opera, con attenzione a quelle utenze che necessitano di servizi speciali dedicati affinché l’ateneo adempia alla sua prima missione: quella di erogare percorsi formativi di qualità a tutti coloro che ne abbiano i requisiti. Un ateneo non solo altamente competitivo e internazionale quindi, ma anche sempre più inclusivo».

Nella foto: la commissione di laurea nel carcere di Tempio-Nuchis
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