Paolo Zedda
11 novembre 2017
L'opinione di Paolo Zedda
C´è da riscrivere lo Statuto sardo
Ad un anno e mezzo della fine della legislatura, e a pochi mese dall'immininte rinnovo della Camere, Presidente e Vicepresidente della Sardegna volano a Roma per il consueto esercizio di sterile rivendicazionismo nei confronti di un Governo (amico o nemico che sia) in via di smobilitazione. Risultato nullo, così come scarso è stato il coinvolgimento del Parlamento sardo sulla questione (ad eccezione di un timido mandato della maggioranza consiliare, peraltro sul punto tutt'altro che unita).
Le speranze sono state frustrate, i nodi con lo Stato restano, e non s'intravede all'orizzonte nessuna certezza sulle strategie da adottare in seguito alla inerzia mostrata da Palazzo Chigi. Che fare? A mio avviso, per superare l'attuale situazione di impasse istituzionale, si rende necessaria una messa in mora della propaganda e una fortissima iniziativa politica che racchiuda a affronti in maniera organica tutte le questioni aperte tra Regione e Stato italiano in un'unica grande vertenza che sappia conquistare il consenso dei sardi: questa grande, unica vertenza con lo Stato si chiama riscrittura del nostro statuto speciale e superamento definitivo della fase storica autonomistica.
Quella è la sede per conferire certezza di diritto alle nostre entrate e alla partita accantonamenti, per dipanare il nodo della continuità territoriale, anche interna, e per fare ordine nel sistema e nella finanza delle autonomie locali. Quella è la sede per dire chi siamo, che lingua parliamo e cosa vogliamo essere – noi e i nostri figli – tra 20-30 anni. Ancora, quella è la sede più appropriata, di cogentissima concretezza, per acquisire nuove competenze e per dimostrare ai sardi che possiamo e sappiamo fare meglio dello Stato. Il Presidente Pigliaru superi in modo celere l'amarezza e faccia respirare un po' di aria nuova al popolo sardo: prenda in mano la mozione consiliare sulla riscrittura dello Statuto e ne faccia azione strategica della Giunta per il proseguo della legislatura.
*Consigliere regionale
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