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Red 11 novembre 2017
Doppio appuntamento con Rossella Faa a Cagliari
Sulle note di “Bella, bella, bella... sa Beccesa”, si apre oggi alle 21 e domani alle 19, al Ts´E/Teatro Sant´Eusebio di Is Mirrionis, la Stagione 2017-2018 di “Teatro senza quartiere”, organizzata dal Teatro del Segno, con la direzione artistica di Stefano Ledda


CAGLIARI - Un viaggio tra parole e note per (ri)scoprire la grazia ed i privilegi della terza età, con “Bella, bella, bella...sa Beccesa”, lo spettacolo/concerto di Rossella Faa (voce), con Giacomo Deiana alla chitarra, Nicola Cossu al contrabbasso e Stefano Sibiriu alle percussioni, che darà il la al ricco cartellone della Stagione 2017-2018 di “Teatro senza quartiere”, organizzata dal Teatro del Segno, con la direzione artistica di Stefano Ledda. Il nuovo progetto musicale dell'eclettica cantante e compositrice, performer ed attrice di Masullas affronta con intelligenza e leggerezza un tema scottante ed attuale come il ruolo degli anziani nella società, tra pregiudizi e (in)giustificati timori, ed un fin troppo celebrato mito dell'eterna giovinezza, fornendo il suo personale “antidoto alla paura di invecchiare” ed un'inedita “formula” per la felicità,

Un'antologia di storie e canzoni, dall'elogio della vecchiaia in “Bella Bella”, al gusto dolceamaro de “Sa Meba Piròngia”, tra il sogno ad occhi aperti di “Bah! Miticoi Ca...” al ritratto della “Signora Rosa”, fino all'apologo in musica ispirato alla legenda della “Babaiècca”, melodie e storie s'intrecciano in una performance coinvolgente, con tutta la simpatia, il talento istrionico e l'(auto)ironia di Faa, che suggerisce una riflessione sul presente ed il futuro degli anziani, sul loro ruolo nella società e le potenzialità, e la creatività (oltre alla proverbiale saggezza) della terza età. Una performance divertente e coinvolgente, in cui la poliedrica cantastorie svelerà i vantaggi che si conquistano solo con la maturità, come la libertà di pensare e dire quel che si vuole, e persino vestirsi in modo stravagante, senza più curarsi dell'opinione altrui, e sottolineerà l'importanza di affrontare la metamorfosi con garbo ed eleganza, consapevoli della propria fortuna e senza rinunciare alla propria creatività, ma anzi provando a realizzare i propri sogni seguendo talento ed inclinazioni.

Il progetto musicale, nato, come racconta la stessa Rossella Faa, «dall'amara constatazione di come e quanto nella civiltà dell'immagine gli anziani vengano emarginati, semplicemente perché, da pensionati, non sono più considerati parte del ciclo produttivo nel modello del consumismo imperante», mette invece l'accento sui vantaggi offerti dalla nuova condizione, al di là del riconoscimento, o meno, della saggezza per offrire suggerimenti e consigli dettati dalla lunga esperienza e dalla conoscenza della vita e delle debolezze umane, oltre ad un maggior distacco e quindi una maggiore lucidità, a fronte dell'impulsività dell'età giovanile. Da “grandi” (è questo il termine con cui in Sardegna si definiscono le persone maggiori di età), si ha il tempo di dedicarsi finalmente alle proprie passioni, e si impara a gustare ogni istante come un attimo prezioso, un dono speciale, forse irripetibile, ci si rimette in sintonia con il movimento lento, più che millenario, ma inarrestabile della natura e si apprezza il mutare delle stagioni, nel suo antico significato di eterna rinascita. Le canzoni dell'artista di Masullas, con metriche e sonorità che rimandano alla tradizione latino americana (e non solo in una sorta di amarcord, perché «son tutte musiche che gli anziani potrebbero apprezzare, e magari aver voglia di ballare») rappresentano così, tra aneddoti, favole e ricordi privati, in una chiave poetica e dichiaratamente (auto)ironica, un prezioso “antidoto alla paura d'invecchiare”.

Nella foto: Rossella Faa
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