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Red 4 novembre 2017
Migranti: la Regione incontra le scuole
L´assessore regionale degli Affari generali Filippo Spanu ha dialogato con gli studenti di tre Istituti superiori di Macomer: il Galilei, il Satta e l´Amaldi


MACOMER – Il 29enne Mamadou è arrivato l’anno scorso al porto di Cagliari con una nave dell’operazione Frontex, al termine di un viaggio durato tre anni. La traversata nel deserto, poi le sofferenze in un centro di detenzione in Libia prima di giungere nell’Isola. La stessa dolorosa esperienza è stata vissuta dal 21enne Ismail, partito dal Bangladesh e giunto in Sardegna nel 2014. Le loro testimonianze hanno arricchito l’incontro promosso dalla Regione autonoma della Sardegna sul tema delle migrazionii che si è svolto a Macomer, nell’Aula Magna del Liceo Galilei, alla presenza dell’assessore regionale degli Affari generali Filippo Spanu, che ha dialogato con gli studenti dello stesso Galilei e con i giovani degli Istituti Satta ed Amaldi. Inoltre, sono intervenuti, insieme a dirigenti scolastici e docenti, Angela Quaquero (delegata del presidente Francesco Pigliaru per le questioni relative ai migranti), il sindaco di Macomer Antonio Succu, Angely Poulette Arnaez (assistente Progetto Easo dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza), la mediatrice culturale Genet Woldu Keflay e Stefania Cossu (psicologa nel Centro di accoglienza Nuraghe Ruju, in località Sant’Ignazio, a Norbello).

«Abbiamo trovato, come nelle precedenti occasioni, all’Istituto Levi di Quartu e al Minerario di Iglesias, ragazze e ragazzi curiosi e motivati che hanno formulato domande, anche scomode, su un fenomeno che va letto e interpretato con informazioni corrette, senza lasciare spazio a false verità e sensazionalismi. Le scuole superiori sono il luogo ideale per discutere dei temi legati all’inclusione e all’integrazione dei migranti», ha dichiarato Spanu. «I pregiudizi e i luoghi comuni - ha chiarito Quaquero - vanno smontati per migliorare la convivenza civile e costruire solidi diritti di cittadinanza”. L’assessore, rispondendo alla domanda di uno studente, si è soffermato sul Centro di permanenza per i rimpatri, di prossima apertura proprio a Macomer. “Il Cpr è un fattore di dissuasione per contrastare gli sbarchi diretti dall’Algeria e favorire il rimpatrio in tempi brevi, una situazione molto diversa rispetto a quella dei migranti che chiedono la protezione internazionale a cui vogliamo offrire occasioni di inserimento e inclusione soprattutto attraverso il potenziamento della rete degli Sprar. I giovani, che arrivano nelle nostre coste dal paese nordafricano, spesso non hanno consapevolezza di quello che stanno facendo. Il Cpr è uno strumento di deterrenza e una risposta a un’azione che secondo le nostre leggi è illegale. Siamo pronti a verificare, attraverso autorità terze, che dentro il Centro di permanenza per i rimpatri, quando nascerà, vengano rispettati i diritti di tutte le persone ospiti. Siamo certi comunque che il Ministero degli Interni stia ponendo le basi per creare le migliori condizioni di ospitalità pur tenendo conto che siamo davanti a una forma di detenzione amministrativa».

Al termine della mattinata, Spanu ha visitato il Centro di accoglienza Nuraghe Ruiu, dove vivono 78 ragazzi, tra i quali cinque minori. Sono seguiti da quattordici operatori ed ospitati in una struttura aperta, suddivisa in piccole case prefabbricate dotate di riscaldamento ed aria condizionata, che nei mesi estivi accoglie anche i villeggianti. In questo Centro hanno trovato ospitalità Mamadou ed Ismail. Il primo, laureato in matematica nella sua Guinea, vuole restituire ai sardi quello che ha ricevuto dai primi momenti della sua nuova vita. Ismail ha già trovato un’occupazione. Infatti, a Nuraghe Ruiu svolge il lavoro di manutentore.

Nella foto: l'assessore regionale Filippo Spanu
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