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Red 14 marzo 2017
«Mai più morti sulle strade»
Ha preso il via a Sassari la campagna di educazione stradale della Polizia municipale nelle scuole cittadine. L'assessore alla Polizia municipale del Comune di Sassari Antonio Piu ha spiegato così a più di quattrocento studenti perché l'Ente ha deciso di avviare nelle scuole cittadine un progetto di educazione stradale


SASSARI - «Rispettare le regole significa rispettare la propria vita e quella degli altri. Deve maturare la sensibilità in ognuno di noi, bisogna capire che dal comportamento di ciascuno dipende l'esistenza non solo nostra ma anche di chi incontriamo lungo la nostra strada. Ecco perché l'Amministrazione comunale è in prima linea per sensibilizzare i più giovani su questi temi». Nell'aula magna dell'Istituto politecnico Devilla, l'assessore alla Polizia municipale del Comune di Sassari Antonio Piu ha spiegato così a più di quattrocento studenti perché l'Ente ha deciso di avviare nelle scuole cittadine un progetto di educazione stradale. Un incontro fatto di immagini, prima ancora che di parole, durante il quale sono stati trasmessi video molto forti dove si vedevano incidenti stradali realmente accaduti, con persone che venivano travolte da auto e tir.

«Vorrei non dover più chiamare i genitori per dire loro che il giovane figlio è morto. È uno dei compiti più difficili del mio ruolo. Sono momenti che non si dimenticano» ha detto il comandante della Polizia municipale Gianni Serra, che ha proposto l'avvio del progetto e che vorrebbe coinvolgere gli studenti in un concorso che li vedrà impegnati nella realizzazione di cortometraggi per la sensibilizzazione sul tema dell'educazione stradale. «Oggi, gli incidenti sono la prima causa di morte tra i giovanissimi ed è innanzitutto l'uso dei cellulari durante la guida a provocarli» ha aggiunto il comandante. A Sassari, nel 2016, gli incidenti stradali sono stati poco meno di 800, circa cento persone sono state investite, ci sono stati tre incidenti mortali e centinaia sono stati i feriti. Roberto Minutello oggi cresce i figli della sorella e del cognato, rimasti uccisi in un incidente. L'uomo che causò lo scontro aveva bevuto. Un anno fa, un altro incidente ha rischiato di portargli via anche il nipote, salvo per miracolo e dopo lunghe cure. Vendetta, dolore, rabbia. Tanti i sentimenti che hanno attraversato Minutello dopo aver avuto la notizia e che ha cercato di trasmettere ai giovani perché «chi si mette alla guida deve capire che ha un'arma in mano, e se non è usata con buon senso può uccidere».

Il primo degli incontri previsti dal progetto ha raggiunto il suo obiettivo. Studenti dell'ultimo triennio hanno ascoltato attenti interventi e testimonianze ed il silenzio nell'aula magna è stato rotto solo dalle reazioni emotive dei presenti quando sono stati trasmessi i video degli incidenti. I docenti del Devilla Valentina Ganadu e Sebastiano Pisanu hanno spiegato perché hanno accolto e sposato immediatamente questo progetto, potenzialmente in grado di salvare vite umane. Si è parlato anche di Codice della strada e delle sanzioni in caso di violazione. I ragazzi hanno potuto vedere gli strumenti che la Polizia municipale utilizza quotidianamente come l'etilometro, il telelaser, il defibrillatore, il drone e lo Street Control, che permette di verificare in tempo reale se un veicolo è rubato, senza assicurazione o revisione. Hanno anche provato speciali occhiali che simulavano la percezione dello spazio quando si è in stato di ebbrezza e hanno visto coi loro occhi come questa sia molto lontana dalla realtà. Sono stati trasmessi anche video di operazioni e di campagne di sensibilizzazione e un cortometraggio fatto dagli studenti di una scuola superiore di Olbia.


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