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P.P. 3 dicembre 2016
Per Antoni Nughes la "Fidelitat" a l'Alguer
E' certamente una figura di primissimo piano per la città di Alghero. La città gli riconosce la più alta onorificenza attribuita alle persone maggiormente distintesi nell’ambito della valorizzazione della lingua, della cultura e delle tradizioni


ALGHERO - La città di Alghero riconosce a don Antoni Nughes la più alta onorificenza attribuita alle persone maggiormente distintesi nell’ambito della valorizzazione della lingua, della cultura e delle tradizioni algheresi. Con voto unanime la giunta comunale guidata da Mario Bruno firma la "Fidelitat a l’Alguer" per l’anno 2016. Istituita nel 1995, fino ad oggi la Fidelitat era stata conferita al solo ricordo del prof. Giuseppe Sanna, prevedendo che i futuri riconoscimenti fossero conferiti esclusivamente a personaggi viventi.

La giunta ha riconosciuto così - a seguito di evoluzioni e sviluppi succedutisi soprattutto nel campo della valorizzazione della lingua, della cultura e delle tradizioni algheresi – l’opportunità di conferire il riconoscimento in oggetto, a distanza di oltre vent’anni dalla sua istituzione, «a testimonianza della volontà dell’Amministrazione Comunale di mantenere viva la considerazione per chi, con costanza e dedizione in campo sociale e civile, abbia potenziato l’interesse della collettività nei confronti della cultura locale».

Quella di Antonio Nughes è certamente una figura di primissimo piano per la città di Alghero: cofondatore della Escola de alguerés “Pasqual Scanu”, la sua produzione letteraria è vastissima, e riflette interessi che spaziano dalla lingua, all’attualità e alla storia. Nughes dedica la vita allo studio. Dal 1995 fino al 2012 è direttore dell’Ufficio Diocesano dei Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi di Alghero-Bosa. In tale veste promuove importanti interventi di restauro di edifici di culto come la cattedrale e il santuario di Valverde, del quale viene nominato rettore e amministratore. Di seguito la scheda curriculare completa, parte integrante dell'atto di conferimento della Fidelitat a l'Alguer.


Ecco la scheda biografica

Antonio Nughes nasce ad Alghero il 18 giugno 1943. Nella città natale compie gli studi classici presso il Seminario Vescovile e consegue la maturità classica al Liceo Manno (1962). Frequenta poi gli studi teologici nella facoltà del Sacro Cuore di Cuglieri. Nel 1967 ottiene la licenza in Teologia. Nello stesso anno viene ordinato sacerdote nella Cattedrale di Alghero. Si trasferisce a Roma per frequentare corsi di specializzazione nelle pontificie Università Gregoriana e Lateranense dove, nel 1970, consegue il dottorato in Sacra Teologia con uno studio di carattere storico sulla fondazione e sul primo secolo di vita della diocesi di Alghero, lavoro che, dopo ulteriori, ricerche e approfondimenti, pubblicherà nel 1990 col titolo Alghero. Chiesa e società nel XVI secolo.
Torna ad Alghero e viene inserito nelle strutture diocesane. Diviene professore di religione nelle scuole superiori. Gli è congeniale, infatti, il rapporto con il mondo giovanile, negli anni non facili della contestazione successivi al Sessantotto e dei grandi mutamenti nella stessa Chiesa cattolica, dopo il Concilio Vaticano II.
Il suo profondo radicamento nel tessuto sociale della sua città, la stessa parentela con lo studioso di letteratura e di tradizioni popolari algheresi Pasquale Scanu, fratello della madre, che agli inizi degli anni Sessanta aveva pubblicato l’importante opera Alghero e la Catalogna, fanno sì che sia naturale per Nughes, che a Roma, per la sua tesi di laurea, aveva avuto come relatore l’illustre storico gesuita catalano Miquel Batllori, l’inserimento in quel vasto processo di presa di coscienza dell’identità culturale e linguistica che, in quegli anni, oltre ad un cospicuo numero di intellettuali, coinvolgeva anche ampi strati della popolazione. Avverte tuttavia l’esigenza sempre più pressante di operare attivamente per la tutela e la salvaguardia della lingua algherese, che già dagli anni Sessanta sperimentava l’abbandono da parte delle giovani generazioni, per l’effetto dei moderni mezzi di comunicazione e delle politiche scolastiche dello stato italiano: nel 1982, con un gruppo di appassionati algheresi, tra i quali si annovera anche il benemerito sacerdote don Giuseppe Sanna, è cofondatore della Escola de alguerés “Pasqual Scanu” finalizzata all’insegnamento della variante algherese del catalano: ne diviene segretario e docente, accogliendo in prima persona la grave sfida di sperimentare le metodologie di approccio alla lingua e le strategie di insegnamento. Un anno prima, nel 1980, assieme al succitato don Sanna che nel 1988 darà alla luce il Diccionari català de l’Alguer, riesce ad ottenere dall’autorità diocesana l’autorizzazione a celebrare la messa in algherese.
Nel 1981 è a Barcellona per partecipare, in rappresentanza di Alghero, al Congrés de Cultura Tradicional i Popular, presentando due relazioni sugli Archivi Storici e sulla Rondalla algueresa.
Nel 1987 è ancora a Barcellona per presentare “Toda i l’Alguer”: relazioni, attività culturale e opere dell’illustre diplomatico che ha riscoperto Alghero”, nell’ambito della manifestazione “L’Alguer a Catalunya”.
Nel 1988, al Palau de la Generalitat de Catalunya, alla presenza del Presidente Jordi Pujol, presenta il Diccionari català de l’Alguer di don Giuseppe Sanna.
Nel 1990 a l’Institut d’Estudis Catalans tiene una conferenza su Ramon Clavellet (Antoni Ciuffo) i la renaixença algueresa.
Nel 2001 tiene una conferenza organizzata all’Università delle Isole Baleari a Palma di Mallorca, sul tema Alguer, llengua, iglésia i societat.
Nello stesso anno, a Barcellona, presso l’Ateneu Barcelonès, tiene una conferenza su La iglésia algueresa per la defensa de la llengua: història i actualitat.
La produzione letteraria di Antonio Nughes è vastissima, e riflette interessi che spaziano dalla lingua, all’attualità, alla storia. Dal febbraio 1980 al giugno 1982 collabora con la rivista Bastió. Molti suoi articoli compaiono successivamente su L’Alguer, rivista bimestrale di cultura e informazione, scritta in algherese, che inizia le sue pubblicazioni nel 1988. Membro del comitato di redazione, nel 1995 diventa capo redattore.
Tra i suoi numerosi libri si possono ricordare il citato Alghero. Chiesa e società nel XVI secolo (1990); Ramon Clavellet. Pàgines de literatura algueresa, (1991); Valverde raccontata nei secoli. La Madonna e il Santuario nella storia e nella tradizione popolare (1994). Tradizioni, usi e costumi di Alghero, de Joan Palomba. Tradicions, usos i costums de l’Alguer, Pàgines de literatura algueresa (1996); Breve Compendi de la Doctrina Christiana de Don Pera Bianco (1818) – edizione anastatica; Santcristus de la Misericòrdia. Il Cristo venuto dal mare. IV Centenario 1606-2006. Immagini della nostra fede (2006); Il Cristo venuto dal mare, assieme a Bruno Geraci (2007) e due guide illustrate, rispettivamente dedicate ad Alghero e alla Cattedrale di S. Maria, tradotte in diverse lingue.
Nominato direttore dell’Archivio Storico Diocesano nel 1995 ottiene i finanziamenti pubblici per il recupero e l’arredo dello stesso archivio, che diviene una struttura modello nel panorama delle diocesi dell’Isola.
Dal 1995 fino al 2012 è direttore dell’Ufficio Diocesano dei Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi di Alghero-Bosa. In tale veste promuove importanti interventi di restauro di edifici di culto come la cattedrale e il santuario di Valverde - del quale viene nominato rettore e amministratore-, nonché di numerose opere d’arte mobile oltre che dell’organo della stessa cattedrale. Dal 2000 al 2011 ricopre anche la carica di direttore del Museo Diocesano d’Arte Sacra.
In riconoscimento della sua benemerita attività culturale a favore della sua città, gli giungono negli anni diversi premi e riconoscimenti:
- Nel 2000 il Premio Rosa Vermella, premio biennale istituito nel 1975 dal Rotary Club Alghero in memoria del socio fondatore e primo presidente Rafael Catardi.
- Nel 2001, a Barcellona, il Premio Batista i Roca, istituito dall’IPECC (Institut de Projecció Exterior de la Cultura Catalana) in memoria di Josep M. Batista i Roca, etnologo, storico e politico catalano.
- Nel 2007 il Premio Sechi Copello, istituito dal Lions Club Alghero in memoria dello studioso algherese Beppe Sechi Copello, e che viene attribuito a un
personaggio che, con scritti o altra attività artistica abbia valorizzato la storia, la cultura e le tradizioni di Alghero o che abbia contribuito a far conoscere la città oltre i confini dell’Isola.
- Nel 2011, a Prada del Conflent, il Premio Canigó, istituito nel 1995 dalla “Universitat Catalana d’Estiu” e destinato ad una persona o ad una entità che abbia continuativamente lavorato per favorire le relazioni culturali, civiche, scientifiche o politiche tra i paesi di lingua catalana e che abbia collaborato con la stessa U.C.E., in modo da favorire queste relazioni.
- Nel 2013 diventa membro corrispondente del prestigioso “Institut d’Estudis Catalans” di Barcellona, nella sezione Filosofia e Scienza Sociali.
Nel 2014 è uno dei fondatori di “Edicions de l’Alguer”, che nel 2015 pubblicano l’opera “El canonge Antoni Miquel Urgias i la societat algueresa entre el ‘700 e el 800”, che è un autentico atto di affetto, considerazione e stima di Nughes per un grande studioso algherese che ha salvato “la memoria de l’Alguer”.
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