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A.B. 28 ottobre 2016
Sassari: agricoltura e filosofia per coltivare il futuro
Straordinaria partecipazione di studenti alla tavola rotonda organizzata dall’Associazione sassarese di Filosofia e Scienza


SASSARI – Che i giovani abbiano voglia di riscoprire i temi dell’ambiente e dell’alimentazione, ma soprattutto i valori che devono accompagnare queste emergenze planetarie, lo si è visto ieri (giovedì), nell’Aula Magna del Liceo Azuni, a Sassari, che non è bastata a contenere la straordinaria partecipazione di giovani alla tavola rotonda “Paesaggi della vita, tra ricerca e alimentazione”, dedicata al rapporto tra filosofia e agricoltura. All’incontro, organizzato dall’Associazione sassarese di Filosofia e Scienza, in collaborazione con il dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, con l’agenzia Laore e con l’Asa, hanno preso parte con grande interesse gli studenti ed i docenti del Liceo Classico Azuni, del Liceo Scientifico Marconi, del Magistrale, del Canopoleno, dell’Istituto Agrario Pellegrini, dell’Alberghiero e dello scientifico Europa Unita di Porto Torres.

Dopo i saluti del dirigente scolastico Roberto Cesaraccio, la moderatrice Yerina Ruiu ha ricordato che i temi ai quali è chiamata oggi l’agricoltura necessitano profondamente di etica e di filosofia: «Occorre percorrere strade rispettose della natura intesa come organismo vivente e non come fondo a disposizione da cui attingere incessantemente energie non sostituibili». “Coltivare il futuro” è stata la metafora ideale del valore del dibattito. Antonio Pazzona, direttore del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, nel suo intervento ha voluto sfatare l’immagine tradizionalista e conservatrice di un dipartimento di Agraria in cui siano formati soltanto i quadri per le aziende agricole: «Noi intendiamo formare tecnici capaci di gestire sistemi complessi – ha spiegato il docente – non solo sotto l’aspetto tecnico ed economico ma anche manageriale ed etico».

Eugenio Marras, presidente dell’Associazione studenti di Agraria, ha presentato un videoclip dimostrativo di una ricetta culinaria realizzata con prodotti considerati “di scarto” in quanto prossimi alla scadenza, ma assolutamente commestibili. «Il cibo è di scarto – ha detto Marras – quando è davanti a un consumatore comune, ma non lo è più davanti a un cittadino consapevole. Gli alimenti scartati, secondo le ultime statistiche, si aggirano intorno allo 0,5punti percentuali del Pil». Molto seguita la relazione di Grazia Manca, dell’agenzia Laore, che ha posto l’accento sul ruolo dell’educazione agroalimentare. «Occorre comprendere le relazioni tra sistemi produttivi e distributivi, in rapporto alle risorse alimentari, all’ambiente e alla società – ha spiegato – Se da una parte ci sono fasce di popolazione che non possono accedere al cibo di qualità, dall’altra il rapporto con il cibo è quasi ossessivo. Basti pensare che in Cina, in un solo anno l’obesità è crescita del 17percento».

A chiudere i lavori, è stato Gianfranco Rosa, dottore in Filosofia ed agricoltore: «L’agricoltura è una scommessa necessaria - ha affermato Rosa – perché tornare al mondo agricolo significa, anche tramite la lente di ingrandimento della filosofia, che focalizza i problemi, trasmettere alle generazioni future questa eredità un po’ pesante che abbiamo acquisito e avere noi uno sbocco lavorativo che oggi sembra quasi un’utopia». Il dibattito è proseguito in serata, nell’Aula magna del Dipartimento di Agraria dove, a cavallo tra numerosi interventi, è stato presentato il documentario “Paesaggi del Meilogu”, di Bruno Merella. Infine, è stato offerto un buffet “ecofilosofico” a base di prodotti sardi della tradizione.

Nella foto: un momento dell'incontro


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