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Mariangela Pala 25 ottobre 2016
Pit Fluviale: nuova vita al Rio Mannu e area Ponte Romano
La sistemazione idraulica del Rio Mannu con la messa in sicurezza del fiume e la riqualificazione dell’area che raccoglie una delle principali zone archeologiche di Turris Libisonis, compreso l’antico Ponte Romano. Questi gli interventi del piano per eliminare il rischio idrogeologico nell’area del fiume. Fra qualche giorno si concluderà la fase della progettazione definitiva, propedeutica agli iter autorizzativi necessari per affidare i lavori


PORTO TORRES - La sistemazione idraulica del Rio Mannu con la messa in sicurezza del fiume e la riqualificazione dell’area che raccoglie una delle principali zone archeologiche di Turris Libisonis, compreso l’antico Ponte Romano. Questi gli interventi del piano per eliminare il rischio idrogeologico nell’area del fiume. Fra qualche giorno si concluderà la fase della progettazione definitiva, propedeutica agli iter autorizzativi necessari per affidare i lavori. Il progetto di sistemazione idraulica prevede il risanamento degli ambiti degradati, l'ampliamento della foce, la mitigazione del rischio di alluvione e la riqualificazione delle aree di pregio per la fruizione pubblica.

Un progetto strategico dal punto di vista turistico-ambientale e tra i più qualificanti per la città. Un iter burocratico lungo oltre 15 anni che ha impedito l’avvio del progetto nato con l’obiettivo di mettere in sicurezza l’area e ripristinare l’alveo del corso d’acqua con i fondi stanziati per il Pit fluviale. Circa 6,4 milioni di euro per interventi sulla foce per un tratto di circa ottocento metri, per la realizzazione di opere idrauliche e di protezione delle infrastrutture esistenti, la protezione delle sponde, la pulizia del tratto terminale dell’alveo e l’adeguamento del corso d’acqua alla massima portata compatibile.

Dal dopoguerra in poi il corso del fiume ha subito molte trasformazioni, dovute a tanti fattori, soprattutto interventi di modifiche strutturali nella naturale area di piena che è stata tagliata dalla linea ferroviaria. Gli effetti negativi si sono registrati anche in seguito all'edificazione di due ponti in cemento armato, uno dei quali proprio sulla foce, alla costruzione di numerosi edifici e attività non conformi alle nuove regole di gestione idraulica del corso d'acqua, alla realizzazione di numerosi attraversamenti di linee elettriche e acquedotti.

«Oltre a liberare tutta l'area dai manufatti esistenti – aggiunge l'Assessore ai Lavori Pubblici, Marcello Zirulia – il livello del terreno sarà riportato alle quote originarie. Sarà creato uno spazio libero in continuità con la zona archeologica e verrà rimossa la soglia sotto il ponte Vespucci, che costituisce una barriera trasversale al deflusso delle acque. Inoltre, l'allargamento della foce consentirà l'ingresso delle acque salmastre nella stessa, fino a riequilibrare l'ecosistema, riportandolo alla condizione originaria e impedendo la crescita invasiva dei canneti. Oltretutto, la piena potrà defluire agevolmente, in totale sicurezza e senza sollecitare la struttura del Ponte Romano».

Il progetto prevede anche interventi lungo la ferrovia, con la realizzazione di un contro argine di rinforzo e un sistema di opere di consolidamento delle sponde, per rallentarne l'erosione. Il letto del fiume compreso tra la foce e la zona di Ponte Pizzinnu sarà ripulito dalla vegetazione che limita il deflusso, senza intaccare le essenze arboree d'alto fusto. Una serie di opere potranno favorire le attività agricole annuali lungo il fiume e la fruizione a fini naturalistici e culturali dell'intera area fluviale.
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