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S.A. 26 luglio 2016
Piano riordino: Regione convoca comuni
L’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu ha illustrato ieri la prima proposta del Piano di riordino territoriale ai sindaci di alcune aree della Sardegna per le quali era necessario sentire gli amministratori locali per capire quale, tra le possibili soluzioni prospettate, sia la più idonea


SASSARI - L’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu ha illustrato ieri la prima proposta del Piano di riordino territoriale ai sindaci di alcune aree della Sardegna per le quali era necessario sentire gli amministratori locali per capire quale, tra le possibili soluzioni prospettate, sia la più idonea. Tre gli incontri che si sono svolti nella sala anfiteatro di via Roma, a Cagliari: al primo hanno partecipato i rappresentanti di 18 Comuni di Basso Campidano, Trexenta e Parteolla; al secondo, 33 primi cittadini di Anglona, Romangia, Coros, Meilogu, Villanova e Monte Acuto; il terzo incontro, al quale hanno partecipato anche gli assessori della Programmazione Raffaele Paci e dell'Agricoltura Elisabetta Falchi, era riservato ai rappresentanti del territorio dell'oristanese, in particolare Planargia, Montiferru, Sinis e Bassa Valle del Tirso (presenti 24 sindaci).

«Il Piano di riordino – ha spiegato Erriu – serve a definire gli ambiti territoriali ottimali della Sardegna, i quali rappresentano lo strumento per garantire e incrementare i livelli di efficienza ed efficacia nella gestione delle funzioni degli enti locali. Il Piano definisce gli ambiti territoriali delle Unioni, delle Reti urbane e di quella metropolitana, tenendo conto della conformazione delle regioni storiche della Sardegna e salvaguardando le Unioni di Comuni già istituite, in coerenza con quanto disposto dalla legge regionale n. 2/2016».

Il percorso di approvazione del Piano di riordino prevede che la Giunta regionale, previa intesa con la Conferenza permanente Regione-Enti locali, adotti il Piano che poi sarà inviato per il parere alla competente Commissione del Consiglio regionale. Dopo l’approvazione del Consiglio, la proposta del Piano sarà pubblicata nel BURAS e, nei 20 giorni successivi, i Comuni – con deliberazione del Consiglio comunale da trasmettere alla Regione – potranno chiedere l'inserimento in un ambito territoriale ottimale diverso, purché confinante con il proprio territorio. Le motivazioni dovranno essere legate sia al contesto territoriale-organizzativo che a quello socio-economico.

«Il Piano di riordino – ha precisato ancora Erriu – è una scelta operativa, non un sigillo che vincola per sempre. Eventuali aggiustamenti si potranno fare in seguito. La scelta dipende dai singoli Comuni, la Regione si pone in una posizione di ascolto: non vogliamo calare dall’alto un provvedimento di questa portata, ma vogliamo coinvolgere il più possibile i Comuni che sono i veri protagonisti della riforma. Il nostro intento è quello di riuscire a dimezzare gli ambiti ottimali: vorremmo portarli dagli attuali 40 a circa 20. Infatti, uno degli obiettivi fondamentali della riforma è semplificare il più possibile».

Nella foto: un momento dell'incontro
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