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A.B. 18 giugno 2016
Al via la festa di Sant´Antonio di Santadi
Si rinnova con un tripudio di Traccas addobbate a festa, gruppi in costume, suonatori di launeddas e migliaia di fedeli, l´appuntamento con la processione


ARBUS - Anche quest'anno, Is carraidoris (i proprietari dei gioghi in legno trainati da buoi) faranno a gara affinché la processione di Sant’Antonio di Santadi abbia al seguito le più belle Traccas con sgargianti addobbi floreali, cestini in vimini e spighe di grano. Ritorna con tutto il suo fascino, intriso di religiosità, tradizione e desiderio di divulgare aspetti della storia del territorio e della cultura sarda, questo antico rituale, dedicato a Sant’Antonio da Padova che si ripete da più di 400 anni e con i suoi 37chilometri, dal centro di Arbus alla chiesetta del borgo di Sant’Antonio di Santadi, è tra le processioni più lunghe d’Europa. Seconda in Sardegna, come lunghezza del percorso, solo alla Festa di Sant'Efisio, la processione di Sant’Antonio di Santadi ha inizio il primo sabato successivo al 13 giugno, giorno in cui si celebra la memoria liturgica del Santo e per le quattro giornate (dal 18 al 21 giugno) di festeggiamenti richiama ogni anno da tutta l'Isola, numerosi gruppi folk e migliaia di fedeli e turisti.

Questo lungo cammino di tradizioni, fede, colori e musiche per scoprire l’anima più verace e sensibile del territorio di Arbus, prende il via oggi (sabato), alle ore 8 dalla chiesa di San Sebastiano, ma la festa inizia già dalle prime luci dell'alba quando gruppi di fedeli si preparano a Sa Ramadura, dove interi cestini tradizionali di olivastro, canna, olmo e giunco, crobisi e corbule pieni di variopinti petali di fiori, vengono versati sulla strada per formare un fragrante e multicolore tappeto su cui si muoverà la processione. Il primo dei quattro giorni di festeggiamenti per il Santo, inizia con la celebrazione della messa, il successivo rito della benedizione del pane ed il solenne momento dell’uscita del Santo dalla Chiesa quando i fedeli incaricati sistemano la statua nel cocchio trainato da un giogo di buoi. In quest'atmosfera di profonda religiosità con l'aria avvolta dalle essenze di fiori, le strade colorate da tappetti di petali e tutto intorno trionfi di addobbi in materiali naturali, in particolare lana e carta, utilizzati per decorare anche le Traccas al seguito, il lungo corteo si avvia a percorrere gli oltre 37chilometri che separano dal Santuario di Sant’Antonio di Santadi.

Con circa una ventina di tradizionali Traccas a buoi ed altre a motore, abbellite con fiori e spighe, simbolo del lavoro dei campi, ma anche della fertilità e dell'abbondanza, la processione che si svolge a piedi, permette di scoprire i bellissimi vestiti ed i gioielli tradizionali dell'Isola, corpetti ricamati a mano, scialli, candide camicie, preziosi gioielli in filigrana. Intercalando canti religiosi e preghiere e con l'accompagnamento della musica della banda del paese, delle melodie eseguite dai suonatori di launeddas e di altri strumenti musicali tipici, uomini, donne, anziani e bambini presi per mano avanzano seguiti dai gruppi folk con i loro tripudi di colori dei costumi tipici, dalle pariglie dei cavalieri in questo lungo e faticoso itinerario. Circa a metà strada, in località Pardu Atzei, il Santo ed i fedeli fanno una sosta per il pranzo e per riposarsi, prima di riprendere rifocillati il cammino. La processione religiosa culmina la notte di sabato quando intorno alle 23, il corteo arriva nella chiesetta del borgo di Sant’Antonio di Santadi. I fedeli e la statua del Santo sono accolti dal parroco e da spettacolari fuochi d'artificio, al termine di questo intermezzo pirotecnico viene celebrata la Santa Messa mentre all'esterno della chiesa continuano i festeggiamenti civili.

Domenica 19 e lunedì 20 giugno, il Santo viene portato in processione nelle vie del piccolo e suggestivo borgo di Sant'Antonio di Santadi. In queste due giornate, viene fatta la benedizione dei campi e ci si può dedicare alla degustazione delle specialità eno-gastronomiche del territorio, dai prodotti tipici a base di pesce pescato nella vicina laguna di Marcedì alle lumache piccanti al sugo, il pane su coccoi preparato proprio per l'occasione della festa e benedetto e distribuito ai fedeli, come voto al Santo. Infine, non possono mancare i dolci con il caratteristico pani de saba, preparato con uvetta e sapa. Il martedì mattina, subito dopo la Santa Messa, il Santo riparte parte alla volta di Arbus, facendo il percorso inverso, una volta giunti alla parrocchia di San Sebastiano il sacerdote procede con la Benedizione Eucaristica cui segue l'ultima processione dei fedeli in fila per toccare il Santo e chiedere ancora una grazia o rivolgergli ancora una supplica.

La processione di Sant’Antonio di Santadi affonda le sue radici nel mondo delle fatiche contadine del 17esimo Secolo e conserva immutata nel tempo il fascino della devozione al Santo di tutta la comunità di Arbus. Le prime testimonianze della sagra di Sant'Antonio da Padova risalgono infatti al 1694, come testimoniato da un documento dell'archivio parrocchiale di San Sebastiano ed il traffico di agricoltori ed allevatori nella zona di Sant'Antonio di Santadi fa ipotizzare che loro siano gli ideatori della festa. La processione è organizzata dal comitato permanete dedicato a Sant'Antonio di Santadi e rientra nell'ambito della quinta edizione della manifestazione Aspettando Sant’Antonio, promossa da un gruppo di imprese arburesi e con la collaborazione del gruppo di promozione territoriale Consorzio Imprese Arburesi Organizzate.

Nella foto: un momento della processione


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