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Mariangela Pala 28 maggio 2016
«Porto Torres possibile scalo, resta l’allerta»
Non approderà più domani pomeriggio a Porto Torres la nave con a bordo i quasi 600 migranti soccorsi nei giorni scorsi a largo delle coste libiche. Riunione operativa al Coc allla presenza dell’assessore dell´Igiene e Sanità Arru, dell’assessore con delega alla protezione civile Spano e del Prefetto di Sassari Giardina


PORTO TORRES - Non approderà più domani pomeriggio a Porto Torres la nave con a bordo i quasi 600 migranti soccorsi nei giorni scorsi a largo delle coste libiche. L’approdo è previsto a Corigliano Calabro in Calabria. Esclusa anche la possibilità che una seconda nave con a bordo oltre 300 migranti, la "Dignity I" di Medici senza frontiere approdi sempre nel nord della Sardegna, a Porto Torres, lunedì mattina. Lo scalo turritano diventa però uno dei possibili approdi per lo sbarco di navi con a bordo migranti che nel periodo estivo si allontanano più facilmente dalle coste della Libia.

Questa mattina intanto c'è stato un sopralluogo al molo 1 dell'Asi per studiare la logistica del campo di accoglienza, dove eventualmente i profughi devono ricevere l’assistenza medica ed essere identificati. Il Comune di Porto Torres ha poi riunito il Coc, il centro operativo comunale per coordinare l'accoglienza. Nel pomeriggio, invece alla presenza dell’assessore regionale dell'Igiene e Sanità Luigi Arru, dell’assessore con delega alla protezione civile, Donatella Spano e del Prefetto di Sassari Pietro Giardina si è tenuto un incontro presso la sede del Coc per predisporre un piano operativo di intervento tra i soggetti coinvolti nelle operazioni di sbarco e di soccorso.

I volontari della protezione civile regionale di Cagliari hanno potuto istruire i colleghi mettendo in campo la loro esperienza nelle situazioni di emergenza. ««Stiamo cercando di capire in caso di emergenza come organizzare a Porto Torres tutte le forze in campo, tra protezione civile, volontariato e sistema sanitario» ha detto l’assessore Arru. Negli scali del nord Sardegna dove non si sono mai verificati sbarchi massicci di migranti si tenta di trasferire l’ esperienza dell’accoglienza maturata nei porti del sud dell’isola.

L’incontro ha avuto una funzione operativa «per fare chiarezza e luce su tutto quello che c’è da predisporre per essere pronti ad intervenire nell’arco minimo delle 24 ore e poter installare la struttura della Protezione civile», ha detto il sindaco Sean Wheeler al termine della riunione. «Per ora nessuna nave ma tutto è possibile e - aggiunge l’assessore Spano - in questi casi si deve operare con un coordinamento statale e un contributo regionale di tutte le forze ma con specifici protocolli già operativi e collaudati su Cagliari e che ora noi abbiamo trasferito su Porto Torres». Alla riunione erano presenti anche i responsabili delle strutture sanitarie del nord Sardegna (Nuoro, Olbia e Sassari). I volontari del 118, la Croce Rossa e il comandante della Capitaneria di porto, Paolo Bianca.
14:00
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