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A.B. 27 maggio 2016
Anziani: integrare servizi per una migliore assistenza
Ieri mattina, l´Aula consiliare di Oristano ha ospitato l´incontro “Il vecchio... e il male”, organizzato dalla Società Italiana di Medicina di Emergenza-urgenza


ORISTANO - Gli anziani fanno ricorso al 118 cinque volte di più rispetto al resto della popolazione e, al loro ingresso in Pronto Soccorso, portano con se un pesante bagaglio di fragilità, non solo di natura sanitaria, ma anche sociale, psicologica e in alcuni casi economica. Una situazione così complicata che spesso espone gli operatori dei servizi di emergenza al rischio di un ricovero improprio (inutile, se non dannoso per gli anziani) o di una dimissione in condizioni di insicurezza.

Si chiama “grey tsumani”, l'assalto dei pazienti dai capelli grigi, quello a cui i Pronto Soccorso italiani sono quotidianamente sottoposti, ed è di questo fenomeno che si è discusso nel corso dell'incontro “Il vecchio... e il male” organizzato ieri mattina (giovedì) nell'Aula consiliare di Oristano dai rappresentanti della Società Italiana di Medicina di Emergenza-urgenza Salvatore Manca (direttore del Dipartimento di Emergenza-Urgenza della Asl 5) e Corrado Casula (responsabile aziendale del Servizio di emergenza territoriale 118) in occasione della Settimana nazionale del Pronto Soccorso. Al tavolo dei relatori, anche l'assessore comunale ai Servizi Sociali Maria Obinu, il rappresentante di Cittadinanzattiva-Tribunale per i Diritti del Malato (partner dell'iniziativa Simeu) Francesco Cabras, il geriatra dell'ospedale Delogu di Ghilarza Nico Muçaka ed il responsabile territoriale della Croce Rossa italiana Maurizio Angius.

«Si calcola che siano circa 5milioni gli anziani che afferiscono al servizio di emergenza degli ospedali, perchè non trovano una risposta nei servizi territoriali – ha spiegato Manca – Il ricovero in ospedale però rischia di essere doppiamente dannoso per l'anziano, che deve affrontare principalmente due tipi di problemi: il disorientamento legato a non trovarsi nel proprio ambiente familiare e le infezioni ospedaliere che, su un paziente già debilitato, rischiano di aggravarne le condizioni di salute. C'è poi il problema del ritorno a casa, perchè spesso si tratta di anziani soli per cui occorre attivare una rete di assistenza sociale». «Il problema sanitario – gli ha fatto eco Obinu – per gli anziani non è quasi mai disgiunto da quello sociale, ed il nostro Plus si è speso molto su questo fronte, attivando diversi servizi, tra cui lo Spes, una sorta di “pronto soccorso sociale”, che interviene nei giorni e negli orari in cui i servizi sociali sono chiusi attraverso un numero verde a cui enti come Forze dell'ordine e ospedali si possono rivolgere in caso di emergenza». Da circa un mese, è partita anche l'Unità di strada della Croce Rossa, un servizio che, come ha specificato il suo rappresentante Maurizio Angius, è dedicata alle persone senza fissa dimora o con situazioni abitative precarie. L'Unità di strada entra in azione di notte, dalle ore 20.30, ed offre anche un sostegno agli anziani che vivono in solitudine: «Invitiamo tutti i cittadini che sono a conoscenza di situazioni di persone bisognose, che vivono in strada o in alloggi di fortuna, a segnalarceli contattando il fisso della Cri 0783/210311 (dalle alle 14) o il numero 320/1654109 (disponibile 24 ore su 24)».


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