L’arcivescovo padre Paolo Atzei ricorda il martirio e la misericordia dei tre Santi martiri, il sacrificio del presbitero Proto e del diacono Gianuario quando predicavano la parola di Dio sul Monte Agellu
PORTO TORRES - «Di fronte al tribunale terreno che li aveva condannati non reagirono con disprezzo ma con una forza tale da ribadire la loro fede cristiana». Così l’arcivescovo padre Paolo Atzei ricorda il martirio e la misericordia dei tre Santi martiri, il sacrificio del presbitero Proto e del diacono Gianuario quando predicavano la parola di Dio sul Monte Agellu. Ragioni che segnarono il destino con la condanna da parte degli imperatori Diocleziano e Massimiano - attraverso l’editto che prevedeva l’arresto e la pena di morte per i cristiani che rifiutavano la conversione al paganesimo.
Ma una volta affidati al soldato romano Gavino, questi decise di liberarli in seguito alla sua conversione al cristianesimo, commosso dalla fede con cui i due sopportavano le torture e il martirio. Per questa scelta Gavino fu martirizzato il 25 ottobre del 303, a Balai lontano, mentre Proto e Gianuario si consegnarono nelle mani di Barbaro e furono decapitati il 27 ottobre, nello stesso luogo.